lunedì 5 marzo 2012

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ligure << Ligurian bee >>, ed ha come sede l’intera Isola dei Canguri (<< Kangaroo Island ») nella quale, dopo l’introduzione di A, m. ligustica avvenuta nel 1884, non vennero più importate api. L’Isola dei Canguri fu dichiarata riserva per la << Ligurian bee >> nel settemlnre 1885. Attualmente ospita 300 alveari con questo celebre ceppo di api. Specialisti di sistematica apicola hanno rivelato che queste api sono state risparmiate dall ' ibridazione grazie all’isolamento e costituiscono un prezioso scampolo della << Ligurian bee », cioè dell’ape che esisteva in Italia 100 anni fa (Vidano, 1977). L’Australia ha risorse e potenzialita proprie dei grandi paesi apicoli, ma si accontenta per ora di una apicoltura basata su poco di mezzo milione di alveari. Se non esistessero certe difficoltà logistiche, legate principalmente alla attivita nomade su strade ancora accidentate, nonché l’oceano di mezzo, L ' apicoltura europea dovrebbe valutare con più oculatezza la concorrenza di quella australiana, che ha il grande vantaggio di poter contare su sorgenti mellifere prodigiose (soprattutto quelle di Eucalyptus) e su produzioni uni- tarie sbalorditive. Sulla distribuzione di A. mellifera nella parte asiatica del Vecchio Mondo le informazioni sono lacunose oppure sorprendenti. Si è : a conoscenza sin dal 23° Congresso Internazionale di Apicoltura che ha avuto luogo a Mosca nel 1971, che nei vasti territori europei e asiatici dell’U.S.S.R. operano comples- sivamente circa 10.000.000 di colonie di varie sottospecie di A. mellifera (Vidano, 1972). In occasione del 30° Congresso Internazionale di Apicoltura . che si terrà in Giappone nel 1985 sono attese interessanti rivelazioni sulla corologia asiatica del genere Apis. L ' immagine di estesi territori dell’Asia sudorientale popolati soltanto da A. cerana e dalle selvatiche A. dorsata e A. florea non e più attuale. La sorpresa giunge dall’immensa Cina dove, accanto alla autoctona A. cerana, con 3 milioni di alveari, si e aflermata A. m. ligustica, pure con 3 milioni di alveari. I cinesi attribuiscono il grande balzo della loro apicoltura all’ape italiana senza esitazioni, dopo avere sperimentato altre sottospecie di A. mellifera. Le notizie relative all’incidenza di A. m. Ligustica nell ' affermazione dell ' apicoltura cinese in campo mondiale sono recenti: risalgono a un viaggio di studio compiuto dallo scrivente della Repubblica Popolare Cinese, dall’8 al 29 settembre 1983 (Vidano, 1984). In Cina la produzione annua di miele e giunta a 100.000 t, proprio in virtii della redditività dell’ape italiana: ogni apicoltore a tempo pieno, professionista, ha soltanto la responsabilità di 30 alveari, ma e orgoglioso di raggiungere la produzione annua di Kg 70 di miele per alveare. Gli apicoltori più bravi producono anche gelatina reale: complessivamente 200 t/anno, tutta da A. m. ligustica, e presso che soltanto per l’esportazione. Miele e gelatina reale di provenienza cinese destano curiosità e diffiidenza. Occorre pero tenere presente che in fatto di prodotti dell’alveare la Cina non consuma, ma esporta per introdurre valuta pregiata. I responsabili dell’apicoltura cinese ricordano, ormai con sollievo, le diflicolta incon- trate da A. m. ligustica prima, verso gli anni ’50, per resistenze psicologiche legate alla sostituzione della locale A. cerana e poi, dopo il 1959, per l’impatto con le imprevedibili infestazioni di Varroa jacobsoni. Il problema della

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