lunedì 5 marzo 2012

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L ’ ape italiana , o A. m .ligustica , considerata cosmopolita, non ha avuto successo nel Vecchio Mondo. Dall’ltalia, dove continua a dominare incontra stata, fu introdotta in vari paesi europei ripetutamente, ottenendovi consensi e critiche. In definitiva non si affermo per problemi ecologici e concorrenziali . A nord e ad ovest delle Alpi opera meglio A. m. mellifera , nei territori balca-
nici e carpatici si distingue A. m. carnica, in Russia prevalgono entità autoctone tra cui primeggia A. m. caucasica. Resta il caso isolato e poco noto della Finlandia , dove la tendenzialmente termofila A. m.Ligustica è stata avviata, attraverso tecnologie d ’avanguardia, alla crioifilia ed ha soppiantato alla
chetichella completamente la nordica A. m. mellifera con risultati entusiasmanti (Vidano, 1974). Per quanto concerne l’Africa, l ' abbondanza di entità autoctone, adeguatamente insediate da millenni nei diversi e vasti territori, rende infruttuose le prove d’insediamento di entita europee. Tentativi sono stati compiuti soprattutto nell’.Alfrica del Nord, per la quale merita un cenno quello riguardante l ' introduzione di A. m. Ligustica dall’ltalia alla Libia. Rispetto al notevole impegno economico, per le migliaia di ottime colonie trasferite per  via aerea nel corso dell’ultimo decennio, i risultati non sembrano incoraggianti, Eppure, dal punto di vista ecologico, il territorio libico prescelto avrebbe dovuto mostrarsi vantaggioso rispetto a quello Finlandese succitato . L ' apicoltura si può considerarsi ormai statica in Europa (U.S.S.R. esclusa), con un patrimonio di circa 13 milioni di alveari, ma e ancora in forte ascesa e in intensa evoluzione nei vasti territoti dsl Nuovo Mondo in cui l’intro-
duzione dell’ape risale a pochi secoli o decenni. Nelle Americhe sono state im- portate scalarmente e disordinatarnente le più comumi api europee: A. m. mellifera , A. m. carnica, A. m. caucasica e A, m. Ligustica . Con avanzamento dell’apicoltura industriale, A. m. ligustica ha guadagnato posizioni dovunque. Partendo dal Nordamerica, dove tra U.S.A. e Canada le colonie di api assommano a 5 milioni , si puo dire che condizioni paticolarmente favorevoli per A. m. ligustica sono maturate negli U.S.A. La denominazione di << Italian bee >>, adottata universalmente per indicare A. m.Ligustica , ha avuto inizio proprio negli U.S.A. dove, pur essenclo allevate altre api tra cui A. m. Caucasica ,
l ' ape per antonornasia e quella italiana. Centro e Sudamerica, pure con circa 5 milioni di colonie di api, privilegiano A. m. ligustica specialmsnte nell ' apicoltura industriale. Gran parte dei mumerosi apiari visitati in occasione dei congressi internazionali di apicoltura tenuti in Argentina (Vidano, 1973) e Messico (Vidano, 1981) erano popolati dall’ape italiana. Notevoli complicazioni in campo genetico per ls api europee allevate in Sudamerica hanno avuto inizio nel 1956, quando esplose il problema dell`in- contenibile diffusione dell ' ape africana, dapprima classificata Come A. m. adansonii. Le ibridazioni nell’ambito di A. mellifera accadono naturalmente nelle fasce di confine dei territori delle singole sottospecie oppure vengono causate o promosse dall’uorno. La letteratura apidologica, con il caso delle <<api africanizzate »,o << brasiliane >>, ha inaugurato una tematica che non finisce cli sorprendere, anche per gli interventi fallaci di Hama sapiens, vero protagonista della intricata vicenda. Da pochi sciami di un ' ape africana, importata in maniera rocambolesca come A, m. adansonii, ma poi determinata

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