venerdì 17 febbraio 2012


Un Mattino





Un crinale risalgo in un mattino assolato

di olezzi odorosi e canti d ' uccelli adornato .

E' primavera inoltrata

e la natura è ormai desta dalla lunga

invernata .

Ignorando un moderno natante apparso sul mare

mi sembra indietro nel tempo di stare .

Chiudendo poi gli occhi un istante per non

osservarmi senbianza

bambino torno colmo di speranza .

Ma il futuro migliore non è stato

perchè l ' uomo di oggi so bene quanto

L' abbia sciupato .

Mentre ragiono così un po' contrariato

un bombo paffuto su di me si è posato .

Morbido al tatto si lascia sfiorare

per poi capire che non son da assaggiare .

Riparte planando leggero sopra quel fiore

che accanto al mio piè , immobile , è di uno

sgargiante colore .

Presto mi accorgo che il mio piccolo amico

non è da solo , ma uno sciame d ' api sopravanza

di poco .

Per nulla atterrito come qualsiasi umano

mi lascio rapire da quel loro danzare

arcano .

L ' ape non punge , se non è molestata :

fermo rimango quasi avessi una gamba

ingessata .

Volteggiando qua e là apparentemente per

caso

sanno invece benissimo dove andare a

mettere il naso .

Credenza orientale non per niente le prende

a simbolo di chi cerca tra tante la perfetta

amante .

Altra riflessione cupa e improvvisa

m ' assale :

quanto ancora gli resterà da volare ?

E ' tempo che tutti s ' abbia a pensare

che dopo di loro anche noi potremmo

     sparire !

    Falso è creder che nella scala della vita

    ci sia chi è stato creato soltanto per

    tenercela addolcita .

    Intanto però anche a me fa molto piacere

   del loro nettare ambrato ancora a lungo

    godere .

   Evidente è il ronzio che si espande

   d ' intorno ,

    mentre cerco di proseguire perchè ormai è

    mezzogiorno .

    M ' accompagna ancora e sono già un po'

    lontano ,

    tanto mi ricorda le note acute di un violino

    zigano .

    Mario Ugo Consani 2010