mercoledì 28 marzo 2012
Il libro che dovreste avere
Questo libro è ottimo per chi vuole conoscere la Ligustica è dettagliato e ben chiaro è l ' acquisto per eccellenza
giovedì 22 marzo 2012
Favo con foglio cereo liscio :
Lavorando con Apis Mellifera Ligustica Spinola avremmo la certezza di certi comportamenti . Se la famiglia o nucleo ( di Apis Mellifera Ligustica Spinola ) a bisogno di costruire favi . costruirà celle femminili fino a quando non avrà finito di aver costruito celle femminili in un numero sufficiente di celle per mandare la propria specie verso l ' eternità . Se avanza spazio nella cavità , costruirà celle maschili per l ' immagazzinamento del miele ; le api costruiscono in questo caso celle maschili per consumare meno scorte ed energie .
Lavorando con Apis Mellifera Ligustica Spinola avremmo la certezza di certi comportamenti . Se la famiglia o nucleo ( di Apis Mellifera Ligustica Spinola ) a bisogno di costruire favi . costruirà celle femminili fino a quando non avrà finito di aver costruito celle femminili in un numero sufficiente di celle per mandare la propria specie verso l ' eternità . Se avanza spazio nella cavità , costruirà celle maschili per l ' immagazzinamento del miele ; le api costruiscono in questo caso celle maschili per consumare meno scorte ed energie .
Lotta alla Varroa
Lo Sciroppo : 1 Kg di zucchero 1 litro di acqua mescolare accendere il fuoco e girare fino a che non diventa chiaro trasparente non deve bollire appena è chiaro spegnere il gas si pesano 50 grammi di acido citrico e si mescola il tutto .
Come somministrarlo alle api :
prendere una siringa e gocciolare direttamente sulle api 50 cc anche di più non gli fa male . Lo si gocciola ogni 7 giorni , esempio se io inizio il 15 marzo lo do gocciolato e lo metto nel nutritore , per praticità uso le bottigliette da 1/2 litro 50 - 100 cc li do gocciolati il resto và messo nel nutritore . Ritorniamo al 15 marzo prima somministrazione il 22 di marzo la seconda somministrazione il 29 la terza somministrazione il 5 di aprile la quarta somministrazione il 12 di aprile la quinta somministrazione , noterete la caduta della varroa e non aggredite le vostre api con prodotti velenosi
Lo Sciroppo : 1 Kg di zucchero 1 litro di acqua mescolare accendere il fuoco e girare fino a che non diventa chiaro trasparente non deve bollire appena è chiaro spegnere il gas si pesano 50 grammi di acido citrico e si mescola il tutto .
Come somministrarlo alle api :
prendere una siringa e gocciolare direttamente sulle api 50 cc anche di più non gli fa male . Lo si gocciola ogni 7 giorni , esempio se io inizio il 15 marzo lo do gocciolato e lo metto nel nutritore , per praticità uso le bottigliette da 1/2 litro 50 - 100 cc li do gocciolati il resto và messo nel nutritore . Ritorniamo al 15 marzo prima somministrazione il 22 di marzo la seconda somministrazione il 29 la terza somministrazione il 5 di aprile la quarta somministrazione il 12 di aprile la quinta somministrazione , noterete la caduta della varroa e non aggredite le vostre api con prodotti velenosi
martedì 6 marzo 2012
lunedì 5 marzo 2012
pag 1
L ' apicoltore moderno 75, 245 - 254 [1984]
CARLO VIDANO
Istituto di Entomologia agraria e Apicoltura Università di Torino
L ' ape Italiana nel mondo
Riassunto . Apis mellifera ligustica viene ricordata per particolarità di interesse storico, genetico e corologico. Fu descritta dal Marchese Massimiliano Spinola nel 1806 con
esemplari di una colonia del territorio di Tassarolo (ora in Piemonte, ma un tempo in
Liguria). Gli esemplari tipici usati per la descrizione (1 femmina, 1maschio, 3 operaie)
sono conservati nella sezione imenotterologica della Collezione Spinola presso il Museo
ed Istituto di Zoologia Sistematica dell’Università di Torino. A, m. ligustica é cosmopolita e conosciuta dovunque come ape italiana o ape ligure. Essa ha avuto successo in
vasti territori melliferi del Nuovo Mondo, dagli U.S.A. all’Argentina; una famosa riserva
le è stata dedicata in Australia. Anche se sembra tendenzialmente termofila, in Finlandia
ha soppiantato completamente la nordica A. m. Ultimamente A m ligustica ha
acquisito una posizione di notevole prestigio in Cina.
Le condizioni ecologiche naturali hanno ovviamente avuto un ruolo determinante, anzi imprescindibile, sulla evoluzione e sugli insediamenti delle
specie e delle entità subspecifiche delle api mellifiche.
Ma, come per molte altre entità biologiche, anche per le api il patrimonio genetico ed il panorama corologico sono mutati, più o meno profondamente , ad opera dell’uomo. La società dell’uomo imparò a sfruttare la società delle api, per il miele, nella preistoria. La più remota documentazione al riguardo è offerta da un disegno rupestre risalente almeno a 7.000 anni a.C. rinvenuto presso Valencia, in · Spagna. Comunque, l’influenza antropica su distribuzione geografica e ibridazioni
della comune ape domestica, o Apis mellifera Linnaeus, e relativamente recente: si può dire che, per le vicissitudini di maggiore rilievo, abbia avuto inizio con le emigrazioni dal Vecchio Mondo e prosecuzione con il · passaggio dall’apicoltura da villica a razionale. Nell' ambito del genere Apis, anche A. cerana è da ricordare come specie mellifica domestica caratterizzata da varie sottospecie geografiche tuttavia, la sua distribuzione continua ad essere confinata nell’Asia meridionale e orien- tale, dall’lndia alla Cina e da Giava al Giappone. Alcune delle numerose sottospecie di A. mellifera sono invece ben note per la loro vasta diffusione oltre i confini dei territori originari. Si tratta di entità il cui successo in apicoltura é emerso gradatamente per prerogative economiche , non disgiunte da pregi biologici (indole mansueta, fecondità elevata, tendenza a non sciamare, ecc.) . Esaltati da fattori ecologici sia abiotici (concdizioni termiche e idriche favore Lavoro eseguito con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Ma, come per molte altre entità biologiche, anche per le api il patrimonio genetico ed il panorama corologico sono mutati, più o meno profondamente , ad opera dell’uomo. La società dell’uomo imparò a sfruttare la società delle api, per il miele, nella preistoria. La più remota documentazione al riguardo è offerta da un disegno rupestre risalente almeno a 7.000 anni a.C. rinvenuto presso Valencia, in · Spagna. Comunque, l’influenza antropica su distribuzione geografica e ibridazioni
della comune ape domestica, o Apis mellifera Linnaeus, e relativamente recente: si può dire che, per le vicissitudini di maggiore rilievo, abbia avuto inizio con le emigrazioni dal Vecchio Mondo e prosecuzione con il · passaggio dall’apicoltura da villica a razionale. Nell' ambito del genere Apis, anche A. cerana è da ricordare come specie mellifica domestica caratterizzata da varie sottospecie geografiche tuttavia, la sua distribuzione continua ad essere confinata nell’Asia meridionale e orien- tale, dall’lndia alla Cina e da Giava al Giappone. Alcune delle numerose sottospecie di A. mellifera sono invece ben note per la loro vasta diffusione oltre i confini dei territori originari. Si tratta di entità il cui successo in apicoltura é emerso gradatamente per prerogative economiche , non disgiunte da pregi biologici (indole mansueta, fecondità elevata, tendenza a non sciamare, ecc.) . Esaltati da fattori ecologici sia abiotici (concdizioni termiche e idriche favore Lavoro eseguito con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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voli) che biotici (sorgenti mellifere e pollinifere valide). Anche se attualmente risultano diffuse in tutti i Continenti, prima del XVI secolo erano rappresentate soltanto nel Vecchio Mondo. Gli schemi orientativi della sistematica
apidologica indicano che, per quanto concerne il Vecchio Mondo, le sotto
specie di A. mellifera trovano collocazione in 3 gruppi geografici fondamentali : gruppo europeo , gruppo orientale o asiatico, gruppo africano.
Il quadro corologico originario delle entità più importanti, per valore
economico o per disrribuzione geografica, puo venire sintetizzato come segue:
Gruppo europeo: A. m . mellifera L , ape scura, paese di origine
Europa a nord e a ovest delle Alpi, Russia centrale compresa. A. m. ligustica
Spinola, ape italiana, paese d’origine Italia, Sicilia esclusa. A. m, carnica
Pollmann, ape carniolica, paese d’origine parte meridionale delle Alpi austriache e Balcani settentrionali.
Gruppo orientale o asiatico; A. m , caucasica Gorbatschev, ape caucasica, paese d’origine alte vallate del Caucaso centrale.
Gruppo africano: A. m. adansonii Latreille, ape africana, paese d’origine Africa centro sud occidentale.
Le sottospecie di A . mellifera suindicate hanno avuto e continuano ad
avere grande importanza negli areali in cui si sono differenziate. Esse meritano di venire ricordate per notevoli insediamenti oltre i confini iniziali, non-
ché per la colonizzazione dei Continenti del Nuovo Mondo, dalle Americhe `
all’Australia, dove A, m . è stata notoriamente introdotta dall ’ Uomo
A. m , Ligustica e stata descritta dall’insigne ed eclettico studioso ligure
Massimiliano Spinola (fig. 1) nella sua prima opera entomologica (Spinola,
1806) (Fig. 2), Nelle 9 pagine di descrizione e discussione (pp. 3543) sono V
. indicati i caratteri distintivi fondarnentali della fernmina (regina) e dell’0peraia e commentate diagnosi di vari autori (Linneo, Reaumur, Della-Rocca ,
» Latreille) relative ad alrre << specie >> di api. La frase << Anno 1805 mense »
Augusti, in agro Tassalorensi , examen speciei quae in Liguria colitur, more
vandalico convellii et studio fere barbaro dicavi >> (p. 42) aiuta a individuare
, la provenienza degli esemplari utilizzati per la descrizione.
Tassarolo, attualrnente Comune della provincia di Alessandria, e noto
agli entomologi per l ' omonimo castello (fig. 3) in cui il marchese M. Spinola
condusse, libero in apparenza ma in realta relegaro politico, i suoi importanti Q
I studi sugli insetti (Vidano e Arzone, 1978), La denorninazione di A. rn. Ligu-
stica risale al periodo in cui Tassarolo apparteneva alla Liguria, anzi che al
Piemonte (fig. 4). L ' occasione e propizia per ricordare che i tipi impiegati
per la descrizione di A. M. ligustica sono conservati presso il Museo ed Istituto di Zoologia Sistematica clell’Universita degli Studi di Torino, nell’ambito
della sezione irnenotterologica della Collezione Spinola (Passerin D’Entreves,
1980). Le caratteristiche morfologiche e cromatiche di A . m , ligmtica sono
riflesse chiaramenre negli esemplari tipici predisposti da Spinola 1 regina,
1 maschio, 3 operaie .
pag 3
Ora A . m . ligustica é universalmente nota come << Italian bee >>, ma
quando fu descritta (1806) Ia sua distribuzione geografica era sconosciuta .
Fig, 1 Massimiliano Spinola (1780 1857) all ' età di 36 anni Ritratto ricavato
da una
miniatura del 1816 e conservato nella biblioteca del castello di Tassarolo .
pag 4
Sono trascorsi decenni prima che il
quadro apidologico italiano fosse abbozzato. La mappa corologica attuale ancora basata su rilevamenti fenotici
piuttosto che sù accertamenti genetici indica che A . m . ligustica è distribuita
in tutta l ' italia peninsulare e in sardegna . A . m . ligustica è rappresentata
per continue importazioni di regine , anche in Sicilia , dove però abbondano
popolazioni ibride dovute alla locale A . m . sicula Grassi che sembra derivare
dalla nordafricana A . m . intermissa Buttel Reepen . Per popolazioni ibride
sono da ricordare zone di confine con la Jugoslavia , dove è insediata A . m .
Fig. 2 - Riproduzione del frontespizio e di una pagina dell ' opera entomologica in cui
Massimiliano Spinola descrisse Apis mellifera ligustica .
carnica, e vallate alpine comunicanti con Austria e Francia , dove è diffusa
A. m. mellifera . Le ibridazioni fra A. m. mellifera e A . m . ligustica sono no-
tevoli particolarmente Liguria, nelle province di Imperia e di Savona. Spi-
nola non ne fece cenno , ma non ignorava il problema, visto che menzionò la
presenza di popolazioni con caratteri intermedi vicino a Genova: << Varietaten
cepi prope Genuan , scutello nigro , punctis duobus testaceis >> (p. 43).
Una ricostruzione cronologica del trasporto delle varie entità di A . mellifera dal Vecchio Mondo alle Americhe e all ' Australia è impossibile intanto ,
Si può dire che il trasferimento di api dall ' Europa alle Americhe ha avuto
inizio almeno 200 anni prima della descrizione di A. mellifera , che risale
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al ' 1758. Intorno al 1530 furono
portate api in Brasile dal Portogallo.
L’importazione di api in America meridionale, centrale e settentrionale dall’Europa continuò nel medesimo secolo XVI. Occorre però giungere al 1638 per avere testimonianze precise sulle prime introduzioni nel Nordamerica . In California le api giunsero soltanto Verso il 1850, cioé più tardi che in Australia (1822) e in Nuova Zelanda (1842) (Crane, 1975). Verosibilmente si trattava, nella maggior parte dei casi, di A. m. mellifera , o ape scura. A . m . Ligustica indicata come ape gialla o ape italiana, verrà alla ribalta dopo il 1850: risulta introdotta in Argentina, a Mendoza, nel 1855, negli U.S.A. nel 1859, in Australia nel 1884 Fig. 3 - Il castello di Tassarolo in un quadro del XVII secolo. Attualmente non mostra più le torrette, ancora presenti al tempo di Massimiliano Spinola. La freccia indica l’ala del castello in cui Spinola svolgeva l ' intensa attività entomologica . In poco più di un secolo, A. m, ligustica e divenuta molto importante per l ' apicoltura di innumerevoli paesi, A renderla celebre e a diffonderla hanno contribuito principalmente abili allevatori di regine dei dintorni di Bologna . Una mappa della sua distribuzione georgafica non esiste; è: però immaginabile, con una certa approssimazione, in base a informazioni personali ; in gran parte raccolte nel corso di viaggi di studio o di congressi e simposi internazionali dell’Apimondia .
L’importazione di api in America meridionale, centrale e settentrionale dall’Europa continuò nel medesimo secolo XVI. Occorre però giungere al 1638 per avere testimonianze precise sulle prime introduzioni nel Nordamerica . In California le api giunsero soltanto Verso il 1850, cioé più tardi che in Australia (1822) e in Nuova Zelanda (1842) (Crane, 1975). Verosibilmente si trattava, nella maggior parte dei casi, di A. m. mellifera , o ape scura. A . m . Ligustica indicata come ape gialla o ape italiana, verrà alla ribalta dopo il 1850: risulta introdotta in Argentina, a Mendoza, nel 1855, negli U.S.A. nel 1859, in Australia nel 1884 Fig. 3 - Il castello di Tassarolo in un quadro del XVII secolo. Attualmente non mostra più le torrette, ancora presenti al tempo di Massimiliano Spinola. La freccia indica l’ala del castello in cui Spinola svolgeva l ' intensa attività entomologica . In poco più di un secolo, A. m, ligustica e divenuta molto importante per l ' apicoltura di innumerevoli paesi, A renderla celebre e a diffonderla hanno contribuito principalmente abili allevatori di regine dei dintorni di Bologna . Una mappa della sua distribuzione georgafica non esiste; è: però immaginabile, con una certa approssimazione, in base a informazioni personali ; in gran parte raccolte nel corso di viaggi di studio o di congressi e simposi internazionali dell’Apimondia .
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L ’ ape italiana , o A. m .ligustica , considerata cosmopolita, non ha avuto
successo nel Vecchio Mondo. Dall’ltalia, dove continua a dominare incontra stata, fu introdotta in vari paesi europei ripetutamente, ottenendovi consensi
e critiche. In definitiva non si affermo per problemi ecologici e concorrenziali
. A nord e ad ovest delle Alpi opera meglio A. m. mellifera , nei territori balca-
nici e carpatici si distingue A. m. carnica, in Russia prevalgono entità autoctone
tra cui primeggia A. m. caucasica. Resta il caso isolato e poco noto della Finlandia , dove la tendenzialmente termofila A. m.Ligustica è stata avviata, attraverso tecnologie d ’avanguardia, alla crioifilia ed ha soppiantato alla
chetichella completamente la nordica A. m. mellifera con risultati entusiasmanti
(Vidano, 1974). Per quanto concerne l’Africa, l ' abbondanza di entità autoctone, adeguatamente insediate da millenni nei diversi e vasti territori, rende
infruttuose le prove d’insediamento di entita europee. Tentativi sono stati
compiuti soprattutto nell’.Alfrica del Nord, per la quale merita un cenno quello
riguardante l ' introduzione di A. m. Ligustica dall’ltalia alla Libia. Rispetto al
notevole impegno economico, per le migliaia di ottime colonie trasferite per via aerea nel corso dell’ultimo decennio, i risultati non sembrano incoraggianti, Eppure, dal punto di vista ecologico, il territorio libico prescelto
avrebbe dovuto mostrarsi vantaggioso rispetto a quello Finlandese succitato . L ' apicoltura si può considerarsi ormai statica in Europa (U.S.S.R. esclusa),
con un patrimonio di circa 13 milioni di alveari, ma e ancora in forte ascesa
e in intensa evoluzione nei vasti territoti dsl Nuovo Mondo in cui l’intro-
duzione dell’ape risale a pochi secoli o decenni. Nelle Americhe sono state im-
portate scalarmente e disordinatarnente le più comumi api europee: A. m. mellifera , A. m. carnica, A. m. caucasica e A, m. Ligustica . Con avanzamento
dell’apicoltura industriale, A. m. ligustica ha guadagnato posizioni dovunque.
Partendo dal Nordamerica, dove tra U.S.A. e Canada le colonie di api assommano a 5 milioni , si puo dire che condizioni paticolarmente favorevoli
per A. m. ligustica sono maturate negli U.S.A. La denominazione di << Italian
bee >>, adottata universalmente per indicare A. m.Ligustica , ha avuto inizio
proprio negli U.S.A. dove, pur essenclo allevate altre api tra cui A. m. Caucasica ,
l ' ape per antonornasia e quella italiana. Centro e Sudamerica, pure con circa 5 milioni di colonie di api, privilegiano A. m. ligustica specialmsnte nell ' apicoltura industriale. Gran parte dei mumerosi apiari visitati in occasione dei congressi internazionali di apicoltura tenuti in Argentina (Vidano, 1973) e Messico (Vidano, 1981) erano popolati dall’ape italiana. Notevoli complicazioni in campo genetico per ls api europee allevate in Sudamerica hanno avuto inizio nel 1956, quando esplose il problema dell`in- contenibile diffusione dell ' ape africana, dapprima classificata Come A. m. adansonii. Le ibridazioni nell’ambito di A. mellifera accadono naturalmente nelle fasce di confine dei territori delle singole sottospecie oppure vengono causate o promosse dall’uorno. La letteratura apidologica, con il caso delle <<api africanizzate »,o << brasiliane >>, ha inaugurato una tematica che non finisce cli sorprendere, anche per gli interventi fallaci di Hama sapiens, vero protagonista della intricata vicenda. Da pochi sciami di un ' ape africana, importata in maniera rocambolesca come A, m. adansonii, ma poi determinata
l ' ape per antonornasia e quella italiana. Centro e Sudamerica, pure con circa 5 milioni di colonie di api, privilegiano A. m. ligustica specialmsnte nell ' apicoltura industriale. Gran parte dei mumerosi apiari visitati in occasione dei congressi internazionali di apicoltura tenuti in Argentina (Vidano, 1973) e Messico (Vidano, 1981) erano popolati dall’ape italiana. Notevoli complicazioni in campo genetico per ls api europee allevate in Sudamerica hanno avuto inizio nel 1956, quando esplose il problema dell`in- contenibile diffusione dell ' ape africana, dapprima classificata Come A. m. adansonii. Le ibridazioni nell’ambito di A. mellifera accadono naturalmente nelle fasce di confine dei territori delle singole sottospecie oppure vengono causate o promosse dall’uorno. La letteratura apidologica, con il caso delle <<api africanizzate »,o << brasiliane >>, ha inaugurato una tematica che non finisce cli sorprendere, anche per gli interventi fallaci di Hama sapiens, vero protagonista della intricata vicenda. Da pochi sciami di un ' ape africana, importata in maniera rocambolesca come A, m. adansonii, ma poi determinata
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( forse non definitivamente ) come A. m . scutelata Lepeletier , ha avuto origine il clamoroso infortunio ecologico che, partendo dallo Stato di Sào Paulo
( Brasile ), ha messo in crisi gran parte dell’apicoltura del Sudamerica e in
allarme quelle del Centroamerica, del Messico e degli Stati meridionali degli
U.S,A . Il ritomo all ' apicoltura impeniata su A. m. ligustica e su altre api
europee e ora problematico negli immensi territori del Sudamerica invasi
dalle popolazioni poliibride di << api brasiliane >>.
Silenziosi ma concreti insediameti delle rinomate api europee sono av-
venuti in Australia, dove l ' apicoltura è relativamente giovane, avendo avuto
inizio poco più di un secolo e mezzo fa. Nel corso del 26° Congresso Inter-
Fig. 4 Tassarolo , ora in Piemonte ( provincia di Alessandria ), apparteneva alla Liguria
quando Massimiliano Spinola indicò come luogo tipico degli esemplari impigegati per
la descrizione di Apis mellifera ligustica .
nazionale di Apicoltura, che ebbe luogo ad Adelaide nel 1977, si e appreso
che A. m. ligustica occupa da tempo posizioni preminenti e che A m. caucasica e A. m. carnica risultano ancora considerate valide. Persino A. m. mellifera , il cui declino e stato notevole in diversi territori, del Vecchio e del
Nuovo Mondo, ha trovato un congruo riconoscimento in Australia: la crea-
zione di una recente riserva, denominata << Tarraleach bee >>, in un territorio
della Tasmania, per la protezione genetica dell’ape scura.
Un altra riserva, la più antica al mondo in campo apicolo, esiste in
Australia cla circa 100 anni. Essa e dedicata all’ape italiana, o meglio all’ape
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ligure << Ligurian bee >>, ed ha come sede l’intera Isola dei Canguri (<< Kangaroo Island ») nella quale, dopo l’introduzione di A, m. ligustica avvenuta
nel 1884, non vennero più importate api. L’Isola dei Canguri fu dichiarata
riserva per la << Ligurian bee >> nel settemlnre 1885. Attualmente ospita 300
alveari con questo celebre ceppo di api. Specialisti di sistematica apicola hanno
rivelato che queste api sono state risparmiate dall ' ibridazione grazie all’isolamento e costituiscono un prezioso scampolo della << Ligurian bee », cioè
dell’ape che esisteva in Italia 100 anni fa (Vidano, 1977).
L’Australia ha risorse e potenzialita proprie dei grandi paesi apicoli, ma
si accontenta per ora di una apicoltura basata su poco di mezzo milione
di alveari. Se non esistessero certe difficoltà logistiche, legate principalmente
alla attivita nomade su strade ancora accidentate, nonché l’oceano di mezzo,
L ' apicoltura europea dovrebbe valutare con più oculatezza la concorrenza di
quella australiana, che ha il grande vantaggio di poter contare su sorgenti
mellifere prodigiose (soprattutto quelle di Eucalyptus) e su produzioni uni-
tarie sbalorditive.
Sulla distribuzione di A. mellifera nella parte asiatica del Vecchio Mondo
le informazioni sono lacunose oppure sorprendenti. Si è : a conoscenza sin dal
23° Congresso Internazionale di Apicoltura che ha avuto luogo a Mosca nel
1971, che nei vasti territori europei e asiatici dell’U.S.S.R. operano comples-
sivamente circa 10.000.000 di colonie di varie sottospecie di A. mellifera
(Vidano, 1972). In occasione del 30° Congresso Internazionale di Apicoltura .
che si terrà in Giappone nel 1985 sono attese interessanti rivelazioni sulla
corologia asiatica del genere Apis. L ' immagine di estesi territori dell’Asia
sudorientale popolati soltanto da A. cerana e dalle selvatiche A. dorsata e
A. florea non e più attuale. La sorpresa giunge dall’immensa Cina dove, accanto alla autoctona A. cerana, con 3 milioni di alveari, si e aflermata A. m.
ligustica, pure con 3 milioni di alveari. I cinesi attribuiscono il grande balzo
della loro apicoltura all’ape italiana senza esitazioni, dopo avere sperimentato
altre sottospecie di A. mellifera.
Le notizie relative all’incidenza di A. m. Ligustica nell ' affermazione dell ' apicoltura cinese in campo mondiale sono recenti: risalgono a un viaggio di
studio compiuto dallo scrivente della Repubblica Popolare Cinese, dall’8 al
29 settembre 1983 (Vidano, 1984). In Cina la produzione annua di miele
e giunta a 100.000 t, proprio in virtii della redditività dell’ape italiana: ogni
apicoltore a tempo pieno, professionista, ha soltanto la responsabilità di 30
alveari, ma e orgoglioso di raggiungere la produzione annua di Kg 70 di miele
per alveare. Gli apicoltori più bravi producono anche gelatina reale: complessivamente 200 t/anno, tutta da A. m. ligustica, e presso che soltanto per
l’esportazione. Miele e gelatina reale di provenienza cinese destano curiosità
e diffiidenza. Occorre pero tenere presente che in fatto di prodotti dell’alveare
la Cina non consuma, ma esporta per introdurre valuta pregiata. I responsabili dell’apicoltura cinese ricordano, ormai con sollievo, le diflicolta incon-
trate da A. m. ligustica prima, verso gli anni ’50, per resistenze psicologiche
legate alla sostituzione della locale A. cerana e poi, dopo il 1959, per l’impatto con le imprevedibili infestazioni di Varroa jacobsoni. Il problema della
pag 9
Varroa, che. ha avuto inizio in Cina a spese dell’ape italiana, deve essere discusso e affrontato all’insegna delle eficcaci ma poco note acquisizioni dell ' apicoltura cinese, anziché dell ' allarmismo e dell’abuso di chemioterapici,
L’idea di dedicare qualche proposizione all’ape italiana nel mondo mi
venne più volte, per varie ragioni. L ' ho rinviata finora perché sembrava suggerita cla episodi non abbastanza stimolanti. Sono stato indotto a non indugiare più dopo il rientro clalla Cina. In quell ' immenso paese orientale, patria
di A. cerana, nel corso di pochi decenni l’apicoltura ha cambiato volto grazie
all ' introduzione e affermazione di un’ape europea imprecisata. La sorpresa
fu veramente grande sia per l’entità delle cifre, relative al numero di colonie e alla produzione di miele e gelatina reale, sia per la inopinata rivelazione del
nome dell’ape, Il mondo apistico internazionale ignorava infatti che l’ape
adottata dalla Cina per ll rivoluzionamento della propria apicoltura fosse
A .m . ligustica .
venerdì 17 febbraio 2012
Un
Mattino
Un
crinale risalgo in un mattino assolato
di
olezzi odorosi e canti d ' uccelli adornato .
E'
primavera inoltrata
e
la natura è ormai desta dalla lunga
invernata
.
Ignorando
un moderno natante apparso sul mare
mi
sembra indietro nel tempo di stare .
Chiudendo
poi gli occhi un istante per non
osservarmi
senbianza
bambino
torno colmo di speranza .
Ma
il futuro migliore non è stato
perchè
l ' uomo di oggi so bene quanto
L'
abbia sciupato .
Mentre
ragiono così un po' contrariato
un
bombo paffuto su di me si è posato .
Morbido
al tatto si lascia sfiorare
per
poi capire che non son da assaggiare .
Riparte
planando leggero sopra quel fiore
che
accanto al mio piè , immobile , è di uno
sgargiante
colore .
Presto
mi accorgo che il mio piccolo amico
non
è da solo , ma uno sciame d ' api sopravanza
di
poco .
Per
nulla atterrito come qualsiasi umano
mi
lascio rapire da quel loro danzare
arcano
.
L
' ape non punge , se non è molestata :
fermo
rimango quasi avessi una gamba
ingessata
.
Volteggiando
qua e là apparentemente per
caso
sanno
invece benissimo dove andare a
mettere
il naso .
Credenza
orientale non per niente le prende
a
simbolo di chi cerca tra tante la perfetta
amante
.
Altra
riflessione cupa e improvvisa
m
' assale :
quanto
ancora gli resterà da volare ?
E
' tempo che tutti s ' abbia a pensare
che
dopo di loro anche noi potremmo
sparire
!
Falso
è creder che nella scala della vita
ci
sia chi è stato creato soltanto per
tenercela
addolcita .
Intanto
però anche a me fa molto piacere
del
loro nettare ambrato ancora a lungo
godere
.
Evidente
è il ronzio che si espande
d
' intorno ,
mentre
cerco di proseguire perchè ormai è
mezzogiorno
.
M
' accompagna ancora e sono già un po'
lontano
,
tanto
mi ricorda le note acute di un violino
zigano
.
Mario
Ugo Consani 2010
martedì 31 gennaio 2012
mercoledì 4 gennaio 2012
750 Celle x dm quadrato del Favo fronte retro
Ogni razza di Api ha la sua misura di cella e anche : Apis Mellifera Ligustica Spinola non è diversa da le altre anche lei ha bisogno del proprio spazio per deporre , per nascere per vivere , per immagazzinare il gustosissimo miele si misurano dieci celle da operaia che devono misurare 55,5 millimetri da lato a lato . Si moltiplica questo risultato per se stesso quindi : 55,5 x 55,5 = 3080,25 . Poi prendiamo un numero fisso dalla tavola dei logaritmi , 2309467 che dividiamo per il numero che abbiamo ottenuto dalla misura di dieci celle moltiplicato per se stesso quindi ; 2309467 : 3080,25 = 749,76609 = 750 celle per decimetro quadrato in un Favo di cera fronte retro . Questo è il numero di celle su dm quadrato fronte retro per Apis Mellifica Ligustica Spinola
1° Secolo a.C. Tecnica Apistica
Storia di tecnica Apistica : Nel 4° libro delle Georgiche Virgilio 1° secolo a.C. dice che per evitare che uno sciame vada a finire in alto sugli alberi bisogna tagliare un ' ala alla regina
( clippaggio ) . Al momento della sciamatura la regina che è senza un ' ala , cadrà sull ' erba perchè incapace di volare ; se le ap...i dello sciame la trovano si fermeranno con lei e quindi avremo uno sciame a terra . Invece se la regina non viene trovata le api torneranno nell ' alveare ceppo e di solito formeranno uno sciame quando la prima regina nata sarà in grado di volare . Avremo quindi uno sciame primario con regina vergine .
( clippaggio ) . Al momento della sciamatura la regina che è senza un ' ala , cadrà sull ' erba perchè incapace di volare ; se le ap...i dello sciame la trovano si fermeranno con lei e quindi avremo uno sciame a terra . Invece se la regina non viene trovata le api torneranno nell ' alveare ceppo e di solito formeranno uno sciame quando la prima regina nata sarà in grado di volare . Avremo quindi uno sciame primario con regina vergine .
Le Api lezioni di vita nella lotta per la spravvivenza dal pericolo uomo :
Leggere con attenzione : Antonino Ghetti : 1937 dice che uno sciame che esce quando c ' è poco raccolto costruirà celle più piccole perchè , avendo poco materiale a disposizione , cercherà con le celle più piccole di allevare il maggior numero possibile di api per la prosecuzione della specie ; allo stesso modo , se lo sciame è alloggiato in un arnia porta nuclei , avendo la cognizione dello spazio a disposizione , costruirà celle più piccole per allevare il maggior numero possbile di api .
Leggere con attenzione : Antonino Ghetti : 1937 dice che uno sciame che esce quando c ' è poco raccolto costruirà celle più piccole perchè , avendo poco materiale a disposizione , cercherà con le celle più piccole di allevare il maggior numero possibile di api per la prosecuzione della specie ; allo stesso modo , se lo sciame è alloggiato in un arnia porta nuclei , avendo la cognizione dello spazio a disposizione , costruirà celle più piccole per allevare il maggior numero possbile di api .
lunedì 2 gennaio 2012
5° Convegno di Apicoltura
5° Convegno Nazionale Di Apicoltura :
Città di Massa Comune Di Massa :
18 Febbraio 2012 :
Tema : Apis Mellifera Ligustica Spinola Eco Tipo Alpi Apuane .
Relatori :
... Gardi Tiziano - Tenerini Stefano - Vignali Alessandro .
Crocini Luciano .
Mussi Francesco .
Felicioli Anntonio .
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Lotta integrata alla varroa con acido citrico
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Esperienza di un apicoltore delle dolomiti con le regine Ecotipo Alpi Apuane
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Esperienza di un apicoltore sull ' utilizzo dell 'acido citrico
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Prove di campo e sperimentazione dell ' utilizzo dell ' acido citrico -
collaborazione Università di Perugia e Associazione ARLEAA
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-Storia di Apis Mellifera Ligustica Spinola Eco Tipo Alpi Apuane dal 1° secolo a.C.
al 2012 d.C.
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Città di Massa Comune Di Massa :
18 Febbraio 2012 :
Tema : Apis Mellifera Ligustica Spinola Eco Tipo Alpi Apuane .
Relatori :
... Gardi Tiziano - Tenerini Stefano - Vignali Alessandro .
Crocini Luciano .
Mussi Francesco .
Felicioli Anntonio .
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Lotta integrata alla varroa con acido citrico
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Esperienza di un apicoltore delle dolomiti con le regine Ecotipo Alpi Apuane
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Esperienza di un apicoltore sull ' utilizzo dell 'acido citrico
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Prove di campo e sperimentazione dell ' utilizzo dell ' acido citrico -
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al 2012 d.C.
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